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                Eravamo a cena da degli amici, qualche mese fa. Sedevamo in
                regola col numero che Kant prescrive per una tavola armonica: non inferiore a quello delle
                Grazie e non superiore a quello delle Muse. In altri termini, non meno di tre e non più
                di nove commensali. Si raccontavano fatti, si ragionava e si scherzava: ancora in
                ubbidienza a Kant (mi scuserete l'insistenza ma si è da poco celebrato il bicentenario
                della sua morte
) il quale stabiliva, appunto, che "a tavola bisogna raccontare,
                ragionare e scherzare". Poi però i discorsi caddero sul malcostume delle società
                moderne. L'amico alla mia destra eccepì rumorosamente: il malcostume non era solo di
                questa epoca ma di ogni epoca. "Al tempo dei romani, per esempio
" "Lo
                sappiamo
" rispondemmo in coro. "Non lo sapete, invece" fece quello.
                "Avete letto 'Pompei' di Robert Harris? In Italia e in Germania sta diventando un
                best-seller." Ci guardammo contrariati. "Allora leggetelo, e vi accorgerete che
                davvero non c'è nulla di nuovo sotto il sole". "Cioè?" "Cioè che un
                giovane ingegnere idraulico, un aquarius, nell'agosto del 79 avanti Cristo viene mandato
                da Roma a Miseno, vicino Napoli, perché il suo collega del posto è misteriosamente
                scomparso. Attilio, l'aquarius, è un tipo serio e coraggioso e cerca di capire cosa c'è
                che non va in quelle zone, e proprio in quel momento si verificano strani problemi nelle
                città vicine con i rifornimenti delle acque dell'acquedotto di Augusto. Nessuno lo
                immagina, ma da lì a due giorni si abbatterà, sulle città del golfo di Napoli, Pompei,
                Ercolano e Stabia, una catastrofe mai vista : un'eruzione che cancellerà in alcune ore
                quelle fiorenti città." "L'eruzione del Vesuvio che seppellì Pompei."
                "Esatto. Ci sono, è vero, qua e là segni premonitori, ma gli uomini, invece di
                stare a sentire la natura preferiscono passare il tempo a farsi del male reciprocamente. E
                qui emerge l'antagonista dell'aquarius, l'epigono del malcostume, della corruzione, della
                brutalità sposata alla ricchezza.: il liberto Ampliato, che, con sistemi diciamo
                spregiudicati, si è arricchito immensamente e che ora, da dietro le quinte, regge i
                destini di Pompei. Dato che il romano sta scavando un po' troppo su alcuni fatti che
                dovrebbero rimanere sotto i sassi, dapprima il ricco liberto cerca di comprarlo con
                lusinghe e promesse e poi, vista la stolida onestà di quello, decide di passare a metodi
                più efficaci. Sennonché il mostro che si sta svegliando nel sottosuolo interviene e
                molti progetti si rovesciano. Il Vesuvio esplode in un infinito cataclisma facendo del
                giorno d'agosto una notte infernale
" "E allora?" "Beh, allora ti
                leggi il libro e vedi come le cose si complicano e si risolvono nel giro di due giorni,
                gli ultimi due giorni di Pompei. Vedi come anche in queste situazioni estreme può nascere
                un sentimento che noi chiamiamo amore, vedi la presenza importante dell'ammiraglio della
                flotta romana a Miseno, lo scrittore e naturalista Plinio il Vecchio, che, nonostante
                l'età e le condizioni fisiche debilitate, non vuole perdere l'occasione, unica a memoria
                d'uomo, di assistere ad un evento naturale tanto immane e spaventoso per tramandarlo alle
                generazioni future e in questo tentativo perde la vita, segui passo passo le varie fasi
                del seppellimento delle città
 ti sembra di esserci
il buio, i lapilli di
                pomice che piovono ovunque, il tuono immane che scuote la terra, il vento rovente che fa
                ardere ogni cosa, un orrore, un terrore indescrivibile che precipita le popolazioni in una
                sorta di giudizio universale
" "Ma davvero?" "La capacità degli
                scrittori inglesi di ricostruire storicamente ambienti è nota. Harris scrive benissimo,
                lo sappiamo. Ricordati di "Fatherland", di "Enigma", ma qui ha
                raggiunto il massimo. L'ambiente romano, con il suo straordinarie livello di civiltà ma
                anche con il suo immancabile malcostume, è ricreato con assoluta "verità" e
                senza nessuno sfoggio di noiosa erudizione. Tutto è semplice e nello stesso tempo
                efficacissimo: il massimo, vi dico; e vi assicuro che si fa fatica a lasciare il libro
                prima di averlo finito." "Ho capito, ho capito. Dovremo proprio leggerlo, questo
                "Pompei"
" 
                                                                               
                Cassandrino (Febbraio 2004)
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