Cassandrino: Pompei, di Robert Harris
Recensioni di libri - 1


   UN AQUARIUS TRA I LAPILLI


Robert Harris - "POMPEI", Mondadori, pag. 296, € 18,60.

Eravamo a cena da degli amici, qualche mese fa. Sedevamo in regola col numero che Kant prescrive per una tavola armonica: non inferiore a quello delle Grazie e non superiore a quello delle Muse. In altri termini, non meno di tre e non più di nove commensali. Si raccontavano fatti, si ragionava e si scherzava: ancora in ubbidienza a Kant (mi scuserete l'insistenza ma si è da poco celebrato il bicentenario della sua morte…) il quale stabiliva, appunto, che "a tavola bisogna raccontare, ragionare e scherzare". Poi però i discorsi caddero sul malcostume delle società moderne. L'amico alla mia destra eccepì rumorosamente: il malcostume non era solo di questa epoca ma di ogni epoca. "Al tempo dei romani, per esempio…" "Lo sappiamo…" rispondemmo in coro. "Non lo sapete, invece" fece quello. "Avete letto 'Pompei' di Robert Harris? In Italia e in Germania sta diventando un best-seller." Ci guardammo contrariati. "Allora leggetelo, e vi accorgerete che davvero non c'è nulla di nuovo sotto il sole". "Cioè?" "Cioè che un giovane ingegnere idraulico, un aquarius, nell'agosto del 79 avanti Cristo viene mandato da Roma a Miseno, vicino Napoli, perché il suo collega del posto è misteriosamente scomparso. Attilio, l'aquarius, è un tipo serio e coraggioso e cerca di capire cosa c'è che non va in quelle zone, e proprio in quel momento si verificano strani problemi nelle città vicine con i rifornimenti delle acque dell'acquedotto di Augusto. Nessuno lo immagina, ma da lì a due giorni si abbatterà, sulle città del golfo di Napoli, Pompei, Ercolano e Stabia, una catastrofe mai vista : un'eruzione che cancellerà in alcune ore quelle fiorenti città." "L'eruzione del Vesuvio che seppellì Pompei." "Esatto. Ci sono, è vero, qua e là segni premonitori, ma gli uomini, invece di stare a sentire la natura preferiscono passare il tempo a farsi del male reciprocamente. E qui emerge l'antagonista dell'aquarius, l'epigono del malcostume, della corruzione, della brutalità sposata alla ricchezza.: il liberto Ampliato, che, con sistemi diciamo spregiudicati, si è arricchito immensamente e che ora, da dietro le quinte, regge i destini di Pompei. Dato che il romano sta scavando un po' troppo su alcuni fatti che dovrebbero rimanere sotto i sassi, dapprima il ricco liberto cerca di comprarlo con lusinghe e promesse e poi, vista la stolida onestà di quello, decide di passare a metodi più efficaci. Sennonché il mostro che si sta svegliando nel sottosuolo interviene e molti progetti si rovesciano. Il Vesuvio esplode in un infinito cataclisma facendo del giorno d'agosto una notte infernale…" "E allora?" "Beh, allora ti leggi il libro e vedi come le cose si complicano e si risolvono nel giro di due giorni, gli ultimi due giorni di Pompei. Vedi come anche in queste situazioni estreme può nascere un sentimento che noi chiamiamo amore, vedi la presenza importante dell'ammiraglio della flotta romana a Miseno, lo scrittore e naturalista Plinio il Vecchio, che, nonostante l'età e le condizioni fisiche debilitate, non vuole perdere l'occasione, unica a memoria d'uomo, di assistere ad un evento naturale tanto immane e spaventoso per tramandarlo alle generazioni future e in questo tentativo perde la vita, segui passo passo le varie fasi del seppellimento delle città… ti sembra di esserci…il buio, i lapilli di pomice che piovono ovunque, il tuono immane che scuote la terra, il vento rovente che fa ardere ogni cosa, un orrore, un terrore indescrivibile che precipita le popolazioni in una sorta di giudizio universale…" "Ma davvero?" "La capacità degli scrittori inglesi di ricostruire storicamente ambienti è nota. Harris scrive benissimo, lo sappiamo. Ricordati di "Fatherland", di "Enigma", ma qui ha raggiunto il massimo. L'ambiente romano, con il suo straordinarie livello di civiltà ma anche con il suo immancabile malcostume, è ricreato con assoluta "verità" e senza nessuno sfoggio di noiosa erudizione. Tutto è semplice e nello stesso tempo efficacissimo: il massimo, vi dico; e vi assicuro che si fa fatica a lasciare il libro prima di averlo finito." "Ho capito, ho capito. Dovremo proprio leggerlo, questo "Pompei"…"

                                                               Cassandrino (Febbraio 2004)

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