Cassandrino: Lo Sciatore, di Chiara Ferronato
Recensioni di libri - 5


   LO SCIATORE


Chiara Ferronato - Lo Sciatore, Ed. Biblos, 2005, pagg. 125, Euro 12,00

Chi ha la fortuna di conoscere Corvara in Badia, forse il luogo più bello di tutte le Dolomiti, ritroverà in questo breve romanzo di Chiara Ferronato il fascino unico di quella valle dominata dal Sassongher. Perché, più che i tre personaggi della storia che il caso riunisce durante sette giorni a Corvara, la vera, palpitante protagonista del libro - edito con la consueta alta qualità dalla BIBLOS di Cittadella-Padova - è la montagna.
La Ferronato, già autrice di numerose pubblicazioni, manifesta qui nella forma piú evidente la sua vocazione poetica. I colori, gli odori, le atmosfere particolari di quei luoghi remoti, lontanissimi da tutto il mondo sono ricreati dalla Ferronato con una partecipazione emotiva che quasi sovrasta la vicenda umana che vi si svolge.
Una giovane ricercatrice universitaria di Milano si reca nella valle per raccogliere testimonianze linguistiche dell'idioma ladino che è ancora usato dai pochi valligiani di quelle zone. La sua breve permanenza a Corvara si intreccia con una imprevista e intensa storia d'amore per un maestro di sci (lo Sciatore del titolo) e con la presenza minacciosa di un vecchio artigiano tedesco che affiora da un passato tragico e misterioso. L'intreccio, di cui non si anticipa la conclusione, si risolverà solo nelle ultime pagine, dove il racconto si fa più veloce e serrato. Intanto, lo stile forbito della Autrice contribuisce a rendere il quadro d'insieme quasi sospeso in una dimensione irreale, in una coscienza come leggermente inebriata per l'altitudine inabituale. Così la improvvisa tormenta di neve, le successive giornate di accecante luminosità solare e soprattutto gli interni delle piccole case di pietra, ove regna sovrano il legno col suo odore antico e caldo, sono tutti frammenti di vita che ci giungono da una evidente inesaurita nostalgia.
Ecco la stanza dell'albergo al quale scende la ricercatrice milanese Nicole che le appare "piccola, ma luminosa, con il calore che pareva si sprigionasse dalle pareti, dai mobili, dal soffitto di legno e dalla tenda che schermava i vetri della finestra, oltre la quale si fissavano contro il cielo bianche montagne e costellazioni lucenti". Così la magia dei luoghi trabocca nei fatti: "Tutto ciò che si verificava nelle albe e nei tramonti di quelle valli e montagne era incredibile: e perciò vero". Oppure notazioni di una vivezza nitida: "L'albergo era deserto, il barman chiacchierava con un cameriere, gli ospiti probabilmente erano già tutti sulle piste...". Oppure ancora, in una sorta di contagio sensuale con le cose: (Christian, lo sciatore) distendendosi dopo la lunga discesa entro un bagno caldo ai vapori di eucaliptus, recuperava "il privilegio di sentire il corpo libero dalla concentrazione indotta dallo sforzo fisico, la pelle restituita ad un soddisfatto letargo serale. Rimase così per un tempo che poteva essere illimitato, lasciando dilagare i propri sensi nel profondo silenzio della casa...". E i suoi ricordi "affioravano improvvisi: l'odore delle giacche a vento sudate, delle scorze di arance che venivano schiacciate dentro i portacenere e le voci che provenivano dalle piste come da pianeti lontani..."
Un libro ben scritto, ricco di sensazioni genuine, un prevedibile successo presso un pubblico che apprezza l'eleganza e la passione.

                                                              Cassandrino (Marzo 2005)

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